Mi sono avvicinato alla modellazione dell’argilla nel 1987.
Molta importanza hanno per me le materie prime da utilizzare, sia per la resistenza del materiale sia per un buon effetto visivo finale. Utilizzo sopratutto gres (particolari argille refrattarie); non faccio uso di tornio o stampi.
Ogni pezzo è realizzato con tecniche manuali antiche e altre da me ideate nel corso degli anni.
Le sculture sono quasi sempre nei colori naturali delle varie argille, altri pezzi sono in ceramica raku, tecnica nata in giappone circa 500 anni fa e diffusa in occidente da non più di una ventina d’anni.
Una volta rifinita l’opera e lasciata lentamente asciugare, si procede ad una prima cottura in forni appositi alla temperatura di 950 gradi circa. Terminata questa operazione il nostro pezzo, da plastico che era, si è trasformato in materiale inerte: la terracotta.
Per ottenere la ceramica dobbiamo aggiungere degli smalti e riportare il pezzo in forno a 950 gradi circa; per il Raku si usano generalmente degli ossidi ma la differenza con la ceramica tradizionale sta sopratutto nella cottura dei pezzi che non si lasciano raffreddare lentamente in forno ma, raggiunta la temperatura, vengono tolti e messi a contatto con del materiale combustibile (ad esempio carta o foglie secche) soffocando il fuoco per ottenere la sottrazione di ossigeno. Dove non sono stati aggiunti smalti la superficie diventa nera e gli smalti e gli ossidi assumono un particolarissimo effetto.